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Corriere Viaggi - 22 luglio 2013

Mai come nei momenti di crisi, è utile fermarsi dai frastuoni della vita quotidiana. Per ritrovare sé stessi e riflettere. Camminare “sacco in spalla” è uno dei tanti modi per farlo. Tra le opportunità ci sono i molti percorsi devozionali del Belpaese. Sono “itinerari del silenzio” da compiere da soli o con le persone care. Ne proponiamo tre. Il primo pezzo della Via Francigena, tra le montagne valdostane del Gran San Bernardo. Il Santuario di Oropa nella verde cornice del biellese e infine Loreto. Si alloggia seguendo la regola di chi cammina, perché in questi percorsi si viaggia leggeri e senza cose inutili. Non si alloggia in resort con Spa, né hotel stellati. Bensì locande, BB e posti di ristoro. Con la regola di condividere con altri le esperienze del viaggio.

DALLE VETTE DEL GRAN SAN BERNARDO.
La Via Francigena è uno dei principali cammini europei. Percorso dai pellegrini già dal X secolo, una strada maestra che da Canterbury portava fino a Roma. Uno dei punti per l’acceso in Italia era il colle del Gran San Bernardo a 2.472 mt, percorribile in estate. Reso famoso dagli omonimi cani, che si possono visitare nell’Ospizio dei monaci. Il percorso a piedi di 35 chilometri porta ad Aosta e si compie in due giorni. Partenza dalle sponde del laghetto alpino, da lì inizia la lunga discesa tra pascoli e boschi fino al borgo di Saint Rhemy en Bosses, famoso per la stagionatura del prosciutto crudo. La camminata procede fino al paese Saint Oyen, qui conviene fermarsi per la notte nella storica casa di accoglienza di Château Verdun (0165.78247). Da nove secoli ricovero per viandanti (camera singola da 15 euro).

Alla sera cena valdostana da “Felice” a Saint Oyen (0165.789600), una trattoria con tramonto mozzafiato sulle montagne. Consigliata l’assiette con jambon di Bosses e toma della valle (prezzo 23 euro). La mattina si riparte di buon ora e passando per il borgo medioevale di Etroubles (1300 mt), antico accampamento delle legioni romane, si entra per una decina di chilometri nei boschi. E’ la parte più meditativa e rilassante del cammino. Con un po’ di fortuna troverete piante di ribes, fragole e lamponi. Si torna alla civiltà a Gignod per salire sull’imponente torre in pietra, costruita nel XI secolo come punto di osservazione. Nel tardo pomeriggio sarete alle porte di Aosta, l’Augusta Praetoria dei romani. Chi volesse, nei due giorni successivi passando per i castelli di Quart e Nus arriva alla tappa finale di Pont Saint Martin. Si dorme nell’ospitale agriturismo “la Vrille” di Verrayes (0166.543018), da non perdere la prima colazione inclusa nel prezzo della camera (35 euro).

LA MADONNA NERA DI OROPA.
I territori del biellese, grazie alla presenza dei Santuari offrono ottimi spunti per percorsi a piedi. Quello tra Graglia e Oropa, di una quindicina di chilometri è tra i più suggestivi. Si può fare in giornata, ma per godere la natura e il paesaggio il consiglio è di aggiungere una tappa intermedia. Il Santuario di Graglia a circa 1000 mt di altezza, ebbe origine nel XVII secolo da un progetto ambizioso. Creare una Novella Gerusalemme che prevedeva la realizzazione di un Sacro Monte con diverse cappelle votive sparse sul territorio. Da qui si prende la “Strada del Tracciolino”, una comoda pedonabile che attraverso prati e boschi porta fino alla “Trappa” nel comune di Sordevolo, dove fermarsi per la notte. Una foresteria di metà del Settecento, ristrutturata e adibita oggi ad alloggio e ristoro nella quiete più assoluta. Pasti 20 euro, pernottamento e prima colazione 15 euro (tel.348 2703135).

La mattina, zaino in spalla, si riparte direzione Santuario di Oropa a quota 1200 mt. Ci si arriva con passo normale in 3-4 ore e lo spettacolo dell’immenso complesso del Santuario di Oropa (www.santuariodioropa.it), già da lontano si preannuncia grandioso. La costruzione iniziata nel IV secolo è attribuita a Sant'Eusebio, vescovo di Vercelli. Oltre alla chiesetta della Madonna Nera, da visitare all’interno le gallerie con una ricca raccolta di ex-voto. Chi vuole passare la notte tra il silenzio delle montagne, alloggia nella foresteria (camere da 20 euro, tel.015.25551200).

DALL’INFINITO DI LEOPARDI A LORETO.
Un percorso dello spirito, tra le verdi colline marchigiane. Per rivivere gli “spazi dell’Infinito” che Leopardi vedeva dalle finestre del palazzo di Recanati (www.giacomoleopardi.it). Per entrare nella giusta atmosfera del viaggiatore, niente di meglio che partire dalla visita alla residenza del poeta (biglietto 5 euro, tel.071.7573380). Tutto ruota attorno alla biblioteca con oltre gli 20 mila volumi, raccolti in buona parte dal padre Monaldo. Il due secoli è rimasta inalterata con arredi e suppellettili della famiglia. In occasione del bicentenario è bene visitare la mostra “Giacomo dei libri, la biblioteca
Leopardi come spazio delle idee”. Vicino alla casa la piazzetta del “Sabato del Villaggio” e la casa di “Silvia”.

Poi ci si incammina lungo la strada di circa 10 km che porta a Loreto. Una discesa collinare da cui godere lo splendore della campagna marchigiana. Si compie in un paio d’ore in completa tranquillità e relax, anche con bambini al seguito. A metà strada, in tema con il posto, con una deviazione di un paio di chilometri, si può fare uno spuntino “all’osteria la Donzelletta” (071.7501442). Arrivati alle porte di Loreto si sale alla piazza del Santuario (www.santuarioloreto.it), la tradizione vuole che i credenti compiano gli ultimi metri del percorso entrando in ginocchio. Cuore del culto mariano è “la Santa Casa”, attribuita come dimora terrena di Maria di Nazaret. Chi volesse pernottare può fermarsi all’albergo “Madonna di Loreto”, nel pieno centro storico, destinato ai pellegrini (con colazione da 35 euro, tel.071.9747213).

Articolo e Fotogallery di Corriere Viaggi

twitter @utorelli






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